L'azienda

“La nostra storia familiare e professionale è profondamente intrecciata a quella dell’Isola d’Elba. Noi oggi siamo produttori di vino dell’Isola d’Elba e questo ci definisce, prima di tutto” racconta Antonio Arrighi.
“Nonostante siano più di 100 anni che si produce vino, la superficie vitata era limitata. Mio padre era perito agrario, amava la campagna, ma l’attività principale era l’alberghiera. Nella foto qui accanto mio padre Sergio è con alcuni suoi ospiti dell’Hotel Belmare a Porto Azzurro”.
“Con me l’attività enologica è diventata centrale, per passione, per amore dell’Isola d’Elba e della sua incredibile biodiversità”.
“Oggi insieme a me ci sono le mie figlie, Giulia, che sta per laurearsi e diventare un’enologa, e Ilaria, che invece segue le attività di comunicazione e marketing”.
“E poi c’è il piccolo Mattia. Loro sono il futuro”.
La Nostra Storia
Ieri, oggi e domani



chi siamo
Le persone chiave

Sergio Arrighi

Antonio Arrighi
Milestones
Oltre 100 anni di storia
L’Azienda Agricola Arrighi viene tramandata da generazioni e negli anni ha acquisito qualità e dimensioni.
“Mio padre Sergio – dice oggi Antonio -, dopo il diploma di perito agrario a Pescia cominciò ad occuparsi della campagna e del vino, migliorando la qualità di anno in anno. Inizialmente la produzione veniva consumata nell’hotel di famiglia, insieme agli altri prodotti come latte e verdura”.
1920
Quando tutto è iniziato
Con il matrimonio tra Antonio Arrighi e Dina Gavassa vengono uniti i rispettivi terreni dando vita all’attuale Azienda Agricola.
“Io ho il nome di mio nonno” ci rivela Antonio. “Allora venivano coltivati, oltre alla vite, anche fiori, frutta e piante”.
“Nonno Antonio iniziò l’attività alberghiera, prima in Versilia e poi, dopo la guerra, all’Elba, dove costruì uno dei primi alberghi dell’Isola d’Elba”.
La produzione del vino resta per gran parte del ‘900 un’attività secondaria e funzionale all’attività turistica per il consumo degli ospiti degli alberghi di famiglia.


1950
La seconda generazione: Sergio Arrighi
L’azienda passa a Sergio, perito agrario con la passione per la campagna, porterà avanti l’attività di accoglienza turistica.
“La superficie vitata era limitata, perché avevamo anche le mucche e avevamo bisogno di terreni”, racconta Antonio.
1967
Bottiglia Sangiovese Azienda Agricola Sergio Arrighi


1980
La terza generazione: Antonio Arrighi
“All’inizio, quando ero ancora un ragazzo, venivo in cantina per fare un favore a mio padre. L’attività che mi piaceva era stare in albergo”.
“Mi sono appassionato alla viticoltura agli inizi degli anni ’90, quando abbiamo iniziato le sperimentazioni con il Centro di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo”.
1990
Inizio sperimentazione vitigni alloctoni
Prende il via una sperimentazione di vitigni non elbani con il il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria di Arezzo (C.R.E.A.), grazie a cui verranno selezionati quelli più adatti al clima dell’Isola d’Elba e inseriti in produzione.
Grazie a questa esperienza Antonio inizia a dedicarsi sempre di più al vino, seguendo passo dopo passo i ricercatori.


Anni '90
La produzione di vino
“L’esperienza con il Centro di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo mi ha portato a dedicarmi totalmente alla cantina e alla qualità dei vini, lasciando il mio lavoro da albergatore per diventare vignaiolo” racconta Antonio.
“La superficie vitata era di soli 2 ettari. Oggi è di circa 8 ettari e ancora in espansione”, racconta Antonio.
2010
Arrivano le anfore
Inizia la sperimentazione con la prima anfora in terracotta di Impruneta.
“Cercavamo un contenitore che avesse le stesse caratteristiche di micro-ossigenazione del legno, ma che, a differenza del legno, non cedesse sostanze al vino”, ha detto Antonio.
“Così siamo arrivati alle anfore, recuperando una antica tradizione presente anche nella storia dell’Isola d’Elba”.
Tresse del 2010 è il primo vino in anfora dell’Isola d’Elba, un “cru” composto da Sangiovese, Syrah e Sagrantino: evolve in anfora per 18 mesi e continua l’affinamento in bottiglia per 6 mesi.
“Un vino che stupisce per l’originalità, per l’insolito blend di vitigni”, rivela Laura, l’enologa.
“Potenza e lunga persistenza. Al naso impressiona per il frutto, varietale, integro, senza sovrapposizioni di spezie, dovute alla tostatura del rovere, se fosse affinato in barrique”.


2011
Arriva la D.O.C.G . per l'Aleatico dell'Isola d'Elba
L’Aleatico Passito dell’Isola d’Elba acquista la DOCG.
Un grande riconoscimento per il nostro Silosò!
2012
La fattoria romana a San Giovanni
Dal 2012 sono in corso in località San Marco, sulla rada di Portoferraio, scavi archeologici condotti dall’Università degli Studi di Siena, che stanno riportando in luce un’estesa villa romana costruita in riva al mare, dotata di una cantina con sei grandi dolia per la fermentazione del vino e di un ambiente per la conservazione in anfora dell’aceto di mele.
Le testimonianze epigrafiche rinvenute sui dolia, hanno permesso di stimare una produzione vitivinicola importante, che doveva aggirarsi attorno agli 8000 litri, affiancata da quella di prodotti derivati dagli alberi da frutto.
La villa era molto estesa e la sua pars fructuaria, dedicata alla produzione e all’immagazzinamento, era collocata ai piani inferiori, mentre quelli superiori erano riservati alle funzioni abitative, con stanze e ambienti riccamente decorati e affacciati verso mare.
Le merci giungevano attraverso un piccolo porto, come sembrerebbero indicare alcune strutture sommerse, funzionali all’approdo, indagate nel corso di ricognizioni subacquee nello specchio di mare antistante.
La conservazione della villa è apparsa fin da subito straordinaria: costruito alla fine del II secolo a.C. perlopiú in argilla cruda, l’edificio, fu distrutto nel I secolo d.C. da un incendio che, «cuocendo» le strutture ne ha garantito la sopravvivenza.
Il complesso venne eretto alcune generazioni prima della grande Villa delle Grotte, di epoca augustea e situata sul promontorio soprastante, ma di quest’ultima rappresenterà in seguito la pars rustica, funzionale alla conservazione del vino e delle derrate alimentari.
Gli scavi archeologici hanno permesso di attribuire la proprietà della villa di San Marco e della Villa delle Grotte alla potente famiglia romana dei Valerii, radicata saldamente lungo tutta la costa Toscana.
Sulle anfore rinvenute compare il nome del cantiniere, Hermia, “che ha dato il nome ad uno dei nostri vini in anfora”, rivela Antonio Arrighi.


2014
Prima partecipazione al Vinitaly!
2014
La terracotta e il vino
Prima edizione de “La terracotta e il vino” dove abbiamo partecipato come produttori di vino in anfora con il nostro in anfora Tresse: un’occasione che ci ha fatto conoscere molti produttori e molte storie sparse nel mondo.


2015
Nasce Isula
Esce Isula, spumante naturale rifermentato in bottiglia, che riprende l’antica tradizione di spumantizzazione elbana.
2016
Primo Wine Trekking!
Per l’inaugurazione del nostro tour per le vigne abbiamo coinvolto i Sommelier elbani creando varie tappe nelle vigne. L’idea era di far degustare i vini esattamente dove nascono.


2017
Uscita del nostro primo bianco in anfora: Hermia
La presentazione di questo vino è stata fatta alla Villa Romana delle Grotte a Portoferraio, insieme agli archeologi Laura Pagliantini e Franco Cambi, “con cui abbiamo collaborato agli scavi e grazie ai quali è stata portata alla luce una cantina romana all’Elba”, racconta Antonio.
“Hermia era lo schiavo cantiniere che creava il vino in grandi dolia interrati per il suo signore Valerius. A lui abbiamo dedicato il secondo vino in anfora”.
2018
Sperimentazione Vino marino, conversione BIO e primo aceto di Aleatico
Prende il via la sperimentazione con il professor Attilio Scienza e l’Università di Milano e Pisa, recuperando un’antica tradizione dell’Isola di Chio in Grecia.
Inizia il nostro viaggio nel tempo immergendo in mare le prime nasse di uva ansonica, il primo passo del progetto Nesos, il vino marino.
Sempre nel 2018 inizia la conversione alla produzione BIO dell’azienda agricola.
Sempre nel 2018 esce Ace di Ale, il primo aceto di Aleatico prodotto dalle nostre uve aleatico insieme all’antica acetaia Cavedoni di Castelvetro in provincia di Modena.


2019
Nesos, vino marino
Nasce Nesos, dal greco “isola”, vino naturale al 100%.
Il vino è frutto della prima sperimentazione, che continua e si fa ogni anno più completa. I risultati? Venite a scoprirli qui da noi.
VINUM INSULAE, il corto che racconta l’esperimento che abbiamo intrapreso con Nesos, vince il Festival Oenovidéo e il “Prix de la revue des oenologues” del più importante festival francese dedicato ai filmati dedicato alla vite e al vino.
2020
Il primo secolo di attività
Abbiamo compiuto 100 anni ma ci sentiamo ancora entustiasti e curiosi e con la voglia di sperimentare e vivere il nostro bellissimo territorio.
Giulia Arrighi vince il premio Creatività nel concorso Coldiretti Giovani “Oscar Green 2019”per il progetto Nesos.
Il 1° aprile vendiamo la prima bottiglia di Nesos.


Il territorio
L’isola d’Elba è la nostra casa

L’Elba fino ai primi del ‘900 era il principale produttore di vino della Toscana. Le piccole isole offrono delle condizioni climatiche ottimali per la produzione del vino: come diceva Giacomo Tachis, il famoso enologo, le piccole isole sono un volano di luce, grazie alla presenza del mare. E questa condizione è ottimale per la produzione del vino. Non è un caso che all’Elba producessero vino già gli etruschi e i romani.


L’Isola d’Elba fino ai primi del ‘900 era il principale produttore di uva della Toscana.
Il motivo è semplice: le piccole isole offrono delle condizioni climatiche ottimali per la produzione del vino, in quanto sono un volano di luce, grazie alla presenza del mare.
Non è un caso che all’Elba producessero vino già gli etruschi e i romani.
PREMI
Gli ultimi ricevuti in Italia




Esperienze in vigna
Vieni a trovarci!
Trekking in vigna alla scoperta della biodiversità del nostro territorio, visite, degustazioni guidate: per noi è un piacere accogliervi, tutto l’anno, e raccontarvi il nostro lavoro. Nella stagione estiva siamo aperti dal lunedì al sabato e la domenica mattina.
Si consiglia sempre di contattarci prima di venire a trovarci.