Vino Marino

il vino come 2500 anni fa
Un esperimento unico al mondo
Ripercorrere dopo 2500 anni le varie fasi della produzione di un vino antico, sulle tracce del mito del vino di Chio.
L’idea è nata proprio all’Elba, quando Antonio Arrighi, che da oltre dieci anni sperimentava e vinificava nelle anfore di terracotta di Impruneta, sentì parlare il professor Attilio Scienza, dell’Università di Milano, della sua ricerca sul vino dell’isola di Chio.
L’esperimento enologico che ne è seguito è frutto di quella prima suggestione e della curiosità, ma soprattutto della grande passione per la vinificazione.

Il vino di Chio aveva qualcosa che gli altri vini non avevano, un segreto che i produttori di questa isola dell’Egeo custodivano gelosamente e che rendeva questo vino particolarmente aromatico e serbevole: la presenza nel vino del sale derivante dalla pratica dell’immersione dell’uva nel mare chiusa in ceste, con lo scopo di togliere la pruina dalla buccia ed accelerare così l’appassimento al sole, preservando in questo modo l’aroma del vitigno.
Sulle tracce del vino di Chio
Un vino che custodiva un segreto



"Noi avevamo tutti i requisiti per iniziare la sperimentazione con il professor Scienza"

– Antonio Arrighi

Come nasce la sperimentazione
Gli studi del professor Attilio Scienza

Tutto parte dal professor Attilio Scienza e dal suo interesse a scoprire cosa aveva di particolare il vino di Chio, che chiamavano il vino degli dei, nonostante utilizzassero le stesse uve delle altre isole dell’Egeo.
“Nel 2018 Attilio Scienza era venuto all’Elba ad un convegno. Cercava produttori delle isole per fare una sperimentazione. Ed è così che ci siamo trovati”, ricorda Antonio Arrighi.
Giulia Arrighi, figlia di Antonio, ha seguito l’esperimento con il corso di Viticoltura e Enologia dell’Università degli Studi di Firenze con le Professoresse Paola Domizio e Valentina Canuti.


Tutto parte dal professor Attilio Scienza e dal suo interesse a scoprire cosa aveva di particolare il vino di Chio, che chiamavano il vino degli dei, nonostante utilizzassero le stesse uve delle altre isole dell’Egeo.
“Nel 2018 Attilio Scienza era venuto all’Elba ad un convegno. Cercava produttori delle isole per fare una sperimentazione. Ed è così che ci siamo trovati”, ricorda Antonio Arrighi.
Giulia Arrighi, figlia di Antonio, ha seguito l’esperimento con il corso di Viticoltura e Enologia dell’Università degli Studi di Firenze con le Professoresse Paola Domizio e Valentina Canuti.
Perché noi e l’Isola d’Elba?
Coincidenze fortuite
Noi presentavamo le caratteristiche ottimali per avviare la sperimentazione.
La tipologia di uva: l’uva Ansonica, un’uva bianca tipica dell’Elba, probabile incrocio di due antiche uve dell’Egeo orientale, il Rhoditis ed il Sideritis, che, come è stato riscontrato dall’Università di Milano, presenta analogie genetiche con il vitigno Ansonica-Inzolia utilizzata anticamente sull’Isola di Chio.
L’ansonica dell’elba è una varietà caratterizzata da una buccia molto resistente ed una polpa croccante che permette una lunga permanenza in mare.
L’utilizzo delle anfore: le nostre sperimentazioni andavano avanti da anni.
La pratica dell’appassimento dell’uva al sole di cui avevamo esperienza, in quanto molto comune all’Elba nella lavorazione dell’Aleatico.
E infine, la presenza del mare: siamo un’isola.
Dati questi aspetti, abbiamo iniziato la sperimentazione.


nesos, vino marino
Uva e acqua di mare
Il sale marino, durante i giorni di immersione, penetra per “osmosi” anche all’interno, senza danneggiare l’acino.
La presenza di sale nell’uva, con effetto antiossidante e disinfettante, permette di evitare i solfiti, arrivando a produrre, dopo un anno di affinamento in bottiglia, Nesos, il vino marino, un vino estremamente naturale, molto simile a quello prodotto 2500 anni fa sull’Isola di Chio.
cortometraggio
"Vinum Insulae"
La nostra sperimentazione è stata raccontata nel cortometraggio “Vinum Insulae” diretto e prodotto dal regista Stefano Muti.
Tra i vari riconoscimenti ricevuti, Vinum Insulae si è aggiudicato il titolo di Miglior Cortometraggio nel corso della ventiseiesima edizione del Festival International Œnovidéo a Marsiglia, che ogni anno proietta film, documentari e corti dedicati alla cultura del vino.
Qui accanto il trailer del documentario
nesos, vino naturale
Un vino come 2.500 anni fa
Uve immerse nel mare per alcuni giorni, quindi appassite al sole, fermentate e lasciate a riposo in anfora, con le bucce, per 6 mesi.
Le ceste di vimini contenenti l’uva Ansonica vengono calate nelle acque limpide del mare dell’Isola d’Elba.
Il contatto diretto con il mare e le sue correnti per qualche giorno ha lo scopo di togliere la pruina della buccia dell’uva senza danneggiare l’acino, accelerando così il successivo appassimento al sole e preservando l’aroma del vitigno.
L’ultimo passaggio è nelle nostre anfore in terracotta create in Toscana, ad Impruneta, dove il vino rimane fino a primavera a contatto con le bucce.
Esperienze in vigna
Vieni a trovarci!
Trekking in vigna alla scoperta della biodiversità del nostro territorio, visite, degustazioni guidate: per noi è un piacere accogliervi, tutto l’anno, e raccontarvi il nostro lavoro. Nella stagione estiva siamo aperti dal lunedì al sabato e la domenica mattina. In generale si consiglia sempre di contattarci prima di venire.